Una mamma ed il mobbing post maternità.

Ho avuto modo di conoscere Chiara grazie ai nostri bimbi.
Come capita spesso in vacanza, i bambini hanno cominciato a giocare insieme e così una chiacchiera dopo l'altra abbiamo fatto amicizia.
Non ci siamo riuscite con la stessa facilità e naturalezza dei bambini ma si è creato da subito un bel feeling.

I nostri bambini hanno mescolato tutti i loro giochi da spiaggia, hanno litigato per l'ultimo pezzo di pizza e si sono ricoperti di sabbia non appena messa la crema solare.

Tra una cosa e l'altra Chiara mi ha raccontato quanto le piacerebbe avere tre bambini.
Ama le famiglie numerose ma probabilmente si fermerà a due perché la sua azienda le sta facendo mobbing.

Questa sua confidenza mi ha spiazzata.
Ho percepito quanto fosse doloroso per lei. 

In pratica è una storia vista e rivista.
Una giovane donna in carriera che viaggia per l'Italia per ricoprire il suo ruolo di responsabile. Una donna brillante ed affermata.

Arriva, inaspettata, la prima maternità.
Una notizia bellissima per Chiara che non riesce quasi a credere di essere in dolce attesa dopo un solo mese di ricerca di un figlio.
Per quanto riguarda l'azienda invece, non è stata propriamente una bella notizia.

Nasce questo bambino e Chiara decide di dargli un fratellino.
Quando il suo primo bimbo ha 16 mesi, Chiara diventa mamma per la seconda volta.

Le colleghe che l'hanno sostenuta durante la prima gravidanza, hanno cominciato a non farsi più sentire. Qualcuna le ha tolto il saluto.
Il rientro in ufficio è stato molto difficile.

La formazione di Chiara è stata fatta in maniera superficiale. 
Questo ha portato ad alcuni errori che sono stati prontamente sottolineati con lettere di richiamo. 
L'amore per questo lavoro non è bastato per superare queste difficoltà.
Chiara ha deciso quindi di farsi aiutare. 
Un medico ha stabilito che Chiara soffre di depressione. Una depressione che ha fatto molto preoccupare la sua famiglia e che l'ha resa ancora più vulnerabile di fronte all'azienda per la quale lavora.

Chiara mi ha raccontato di essere rimasta a casa per due settimane. Era in malattia e l'azienda le ha mandato diversi controlli. Quello che ha più ferito questa neomamma è stato il commento di un'altra collega, anche lei mamma : "Ora che la scuola è finita aveva necessità di una babysitter ... invece così li tiene lei ed è pure stipendiata".

Chiara mi ha confidato di avere un marito che la ama moltissimo e che l'ha portata qui per farla svagare.
Mi ha confidato che fatica moltissimo quando deve parlare del suo lavoro. Sa che dovrà licenziarsi anche se non vuole farlo. Ha timore per il futuro, si sente responsabile per i suoi figli.
Crede che non riuscirà a trovare una nuova opportunità professionale.

L'ho ascoltata attentamente. 
Avrei voluto rassicurarla. Avrei voluto dire che si vedeva che era una brava mamma ed una persona brillante.
Ma lei mi ha preceduta: " Da quando sono stata vittima di mobbing in ufficio, non riesco più a riconoscere la mia professionalità. In questo modo non mi sento completa perché mi manca un aspetto importante della mia vita. Ho dedicato tento tempo e tanto sacrificio per questo lavoro. Tanti anni, tanti viaggi, tante ferie saltate ed ore di straordinario non pagate.
Ed ora mi buttano via come un vecchio straccio.
Anche se non è questa la cosa che mi ferisce di più.
Mi fa male vedere la mia famiglia che non mi lascia da sola con i bambini perché temono che questa depressione mi porti a fare del male ai bambini.
Ed io non capisco come possano anche solo pensarlo."

" Ho saputo accettare i rimproveri del mio responsabile, l'allontanamento dei miei colleghi, il mio progressivo ed inesorabile demansionamento.
La mia autostima ne ha risentito moltissimo. Ma non pensavo che essere vittima di mobbing avrebbe messo in discussione anche il mio essere mamma. "

A questo punto è scoppiata a piangere. L'ho abbracciata forte.
E lei mi ha sussurrato : "Ma non farò denuncia. Ho troppa paura che possano ancora farmi del male. "

E come darle torto? Basterebbe leggere qualche dato per vedere quante mamme sono vittime di mobbing.

Subire in silenzio sembra essere l'unica possibilità.
Ed io non riesco a farmene una ragione. 




Commenti

  1. e come darle torto??
    anche io sono una mamma che lavora e sopratutto una mamma penalizzata come molte di noi, ogni storia riconduce a noi, oggi lacrima e' la nostra lacrima

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  2. è veramente triste che una donna non possa essere libera di avere figli e conservare il posto di lavoro, specialmente in un momento in cui il lavoro non si trova facilmente

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  3. Purtroppo noi donne siamo molto penalizzate e questa è l'ennesima storia dove noi mamme che amiamo e adoriamo i nostri figli non siamo apprezzate sul lavoro..

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  4. Purtroppo c'è poco da fare in questi casi, diciamo che purtroppo esistono persone cattive e senza un minimo di cervello, perchè il mobbing comunque parte proprio dalle colleghe!!! Bisognerebbe andare a lavoro con serenità, invece...

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  5. Sono cose che assolutamente non devono avvenire, assolutamente mai. Bisogna denunciare e non pensare di passare per il torto.. Sono cose che mi fanno imbestialire.. ci sono passata!

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  6. Il mondo del lavoro può essere molto crudele e mi dispiace dirlo sopratutto con le donne,tutta la solidarietà a questa splendida mamma !!!!

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  7. che brutta storia. io fortunatamente non ho mai vissuto in prima persona casi simile però certo non è sentito parlare molto. il mobbing è davvero inaccettabile e va assolutamente denunciato.

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  8. il mondo del lavoro mi sta deludendo sempre di piu...ogni scusa è buona per rigirare tutto a favore delle aziende!

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